Basket, il Sistema si arrende. Santarossa: "La pallacanestro a Pordenone ha bisogno di un Lovisa baskettaro"

29.07.2021 08:20 di  Redazione TuttoPordenone   vedi letture
Fonte: Il Gazzettino di Pordenone - Dario Perosa
Basket, il Sistema si arrende. Santarossa: "La pallacanestro a Pordenone ha bisogno di un Lovisa baskettaro"

“La società, riunitasi oggi, comunica che a seguito di condizioni di incertezze verificatesi in questo ultimo periodo, con rammarico, ritiene di rinunciare ad iscriversi al prossimo campionato di C Gold e ad altri campionati”.

Il comunicato apparso sulla pagina FB del Sistema Basket Pordenone è stato un colpo al cuore per tutti gli sportivi pordenonesi e in particolare ovviamente per gli appassionati di pallacanestro che a Pordenone sono tanti, molti di più probabilmente di coloro che seguono con calore il Pordenone Calcio. Sono lontanissimi i tempi in cui la Pallacanestro Pordenone targata Postalmobili militava nella serie A2 conquistata nel 1978 con Amedeo Della Valentina presidente, Sandro Sandrin direttore sportivo, Corrado Pellanera in panca e sul parquet Massimo Masini, Roberto Paleari, Giulio Melilla, Domenico Fantin, Renato Momentè, Giancarlo Tubia, Maurizio Marella, Sandro Sambin, Stefano Shober, Daniele Cecco e Maurizio Crisafulli al quale dopo la sua prematura scomparsa venne dedicato il palasport di via Rosselli.

Arrivarono a Pordenone i primi americani, i mitici John Fultz e Donn Kevin Wilber (che divenne successivamente anche genero del presidente). Furono tre anni fantastici con i tifosi che facevano ore di fila per assicurarsi il biglietto d’ingresso al Forum che allora poteva contenere solo duemilacinquecento spettatori. Spesso rimaneva fuori sino mezzo migliaio di facce scure.

Tanto per fare un paragone il Pordenone calcio nel campionato 2018-19, quello della storica promozione in serie B ha fatto registrare una media di 1784 spettatori a partita. Con l’uscita di scena di Amedeo Della Valentina cominciò però il declino della pallacesto naoniana culminata nella rinuncia dei giorni scorsi all’iscrizione non solo al campionato di C Silver, ma a qualsiasi torneo.

“Pordenone è un ambiente difficile per il basket, mi sono stufato – ha motivato la sua decisione Davide Gonzo -. Gli stessi problemi – ha poi sottolineato - ha avuto anche chi mi precedeva.”

Uno di questi è stato Valter Santarossa, grande appassionato della palla cesto, avvocato di fama, ex consigliere regionale ed ex presidente del Pienne Basket che a metà dello scorso decennio venne chiamato proprio per la sua passione a rappresentare la rinascita del basket pordenonese per poi essere lasciato solo. Fu quindi costretto pure lui a rinunciare all’iscrizione al campionato di competenza. I soliti maligni attribuirono allo stesso avvocato tutte le colpe della crisi.

“Se il problema sono io – disse allora – sono disponibilissimo a farmi da parte. Non vedo l’ora di vedere in faccia un altro illuso come sono stato io”.

Santarossa tuttora non ha dubbi.

“Cosa ci vuole per rilanciare il basket a Pordenone? Un imprenditore che unisca forza economica alla passione per la palla a spicchi. Il calcio l’ha trovato in Mauro Lovisa, supportato sin dall’inizio da un altro appassionato come Gianpaolo Zuzzi. Io avevo per il basket la stessa passione che lui ha per il calcio. Mi mancava la sua forza economica. Bussai a tutte le porte di chi poteva darmi una mano che però rimasero chiuse. A Lovisa mi unisce anche il tentativo andato a vuoto di coinvolgere coloro che si professavano tifosi delle nostre squadre. La mia iniziativa di azionariato popolare per la società di basket rimase praticamente senza risposta. Non molto meglio andò il crowdfunding di Lovisa nel 2019-20 quando lui e Zuzzi furono costretti per l’indifferenza della città a sottoscrivere gran parte delle quote (2 milioni e 200 mila euro, ndr) emesse. La passione per il basket mi è rimasta incollata addosso e non vorrei essere pessimista, ma – conclude con un velo di tristezza Santarossa – se non viene fuori un Lovisa baskettaro la pallacanestro pordenonese non rivivrà mai più le glorie del passato”.